Parole, parole, parole.

Esasperati dalla ricerca del non detto, del non fatto, del non scritto.
In questa epoca di pornografia comunicativa è sempre più difficile stare al passo, si perde il piacere dell’atto creativo trovandosi così sovrastati dall’incombenza continua degli eventi, dei commenti.

Tutti ci sentiamo obbligati a comunicare la nostra opinione, nei toni di un interminabile bar dello sport, vince chi maggiormente cattura l’attenzione, così ieri il basso, oggi l’alto domani  il grasso.

Così pure queste due righe non riescono a sottrarsi a questa condanna, glorificate o sacrificate al dio del momento. Incapaci di aggiungere succo al discorso.

Non  mi resta che appellarmi, per questo scarno commento, alla libertà di pensiero e espressione, convinto in questo modo di prestar soccorso a molti.
Convinto , ancor più di questi tempi, dell’estrema importanza e significato di questa libertà.

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