Stretti nella morsa del pregiudizio decidiamo su cosa è bene su cosa è male, su cosa è giusto per noi nell’interesse degli altri. Così occupati in questa ricerca, così affannosamente intenti, vigiliamo sul destino altrui nella costante ricerca del difetto, dal possibile pettegolezzo.
Non si esime lo scrittore da questo stesso vizio, da questa deformità, difformità del pensiero.
Nel pregiudizio è comodo affondare le mani, ci si sguazza, è la prima cosa che ci passa tra le mani. Nel pregiudizio possiamo facilmente e finalmente sindacare, tenere lo scettro tra le mani.
Sino a che del pregiudizio altrui, nella sua stessa morsa, così comoda fino ad allora, rimarremo stretti, scomodamente schiacciati dal suo violento parlare di noi alla gente, nell’impossibilità di replica farà sorridere di noi indebitamente.
Il pregiudizio in fin dei conti è giusto: è uguale per tutti.
giusto o sbagliato … la cosa peggiore è quando degenera in stereotipo…
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